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Saper Ascoltare

(Parte 1: Le origini)

Quando decisi di aprire la mia agenzia, FiloBlu (a quel tempo non sapevo ancora come l'avrei chiamata), iniziai a raccogliere #feedback da amici, imprenditori, professori universitari e dalla famiglia, per capire se la mia #idea fosse valida.
Gran parte di loro mi disse che non era poi così speciale, che esistevano già tante belle agenzie e che non ne capivano il motivo: FiloBlu sarebbe stata l'ennesima agenzia a proporre siti web e servizi nel digitale. Questo mi fece riflettere molto e dall'altra parte rafforzò la mia idea di proseguire, senza badare troppo all'opinione degli altri e senza neppure guardare troppo al mercato, se non per trovare ispirazione: ammiravo infatti alcune realtà del mio territorio come CLAIM, HANGAR, ma anche E-TREE (divenuta poi in pratica H-ART) che avevo avuto modo di conoscere facendo consulenza nel disegno dei processi di realizzazione del software e dei website; le ammiravo soprattutto per il fascino e la #magia che ci trovavo nel loro modo di essere o apparire.

Ecco un primo aspetto da sottolineare del “Saper Ascoltare”. In questo frangente, è evidente che non ho ascoltato nessuno ma in realtà, ho ascoltato il mio #istinto: credo sia importante saper ascoltare le proprie sensazioni, e provare a far cogliere delle opportunità che gli altri non vedono (forse magari al tempo, la spiegai male o semplicemente gli interlocutori non credevano troppo in me, o voglio vederla così, mi volevano troppo bene con la paura che mi schiantassi, chissà!).

 

Iniziando a sviluppare il team, cominciai a confrontarmi con punti di vista diversi provenienti dal mio socio Marco, esperto di #software (io ne capisco veramente poco) e dai primi collaboratori quasi tutti Nerds: io ero considerato quello del marketing, quasi una componente necessaria per procurarsi progetti, ma tutto sommato inutile allo sviluppo del codice ed esterno al team: feci capire loro che la Tech in realtà, doveva avere un #modelloorganizzativo, serio per essere scalato. Nel percorso di crescita della società, continuavo a raccogliere informazioni, testimonianze sul mio modello di riferimento per l'organizzazione: #Google, un’azienda fatta da ingegneri (come me, ma sicuramente più bravi), leggevo e prendevo appunti in continuazione per capire quale fosse il modello di leadership e delega da loro adottato.

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Ascoltare il proprio istinto

Studiare chi ha avuto successo

È qui che troviamo secondo capitolo se vogliamo di questo Pensiero: “Saper Ascoltare” significa anche #studiare chi è stato più bravo di noi nel realizzare qualcosa, immergendosi per così si può dire nel loro “habitat”.

 

Visitando le realtà che al tempo mi ispiravano, parlando con i fondatori, cercavo di sentire quale fosse il clima aziendale, cogliere gli aspetti che rendevano quel posto per me un po’ magico; capire quali fossero le motivazioni che spingevano i loro ragazzi ad essere così incentivati a sentirsi parte del progetto, del sogno; cercavo di ascoltare, direi assorbire il più possibile per poi trasferire ai miei ragazzi in ufficio quelle sensazioni…. ricordo che il nostro primo ufficio era veramente brutto, il primo piano di un condominio, nato dall'unione dei due appartamenti che al di là di una terrazza molto grande che veniva usata per lo più dai fumatori più che per fare feste in stile Facebook e start-up in genere; era un posto che tutto sommato aveva ben poco di magico se non i nostri pensieri, il caffè gratis fatto rigorosamente con la moka Bialetti e la nostra grande voglia di realizzare qualcosa di straordinario.

 

A mano mano, poi che la società cresceva, iniziai ad avere necessità di tante nuove competenze oltre alla Tech: competenze finanziarie piuttosto che di gestione progetti, creative e design, marketing, data analysis e retail.

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Ascoltare il mercato

Direi che qui si aprì un nuovo capitolo: il “sapere ascoltare” il mercato e saper cogliere gli elementi chiave per creare qualcosa di unico.

 

Al tempo mi accorsi, guardando i più bravi del settore, i ragazzi di YOOX con cui collaboravamo, che c'erano degli aspetti che noi non stavamo considerando che in realtà poi di li a non molto, avrebbero cambiato per sempre il nostro modello di business: non avevamo capito che l’e-commerce era il mestiere più vecchio del mondo e la vera differenza la faceva chi gestiva il negozio e non tutto sommato la #userexperience o la tecnologia (qui si aprirebbe un capitolo dedicato, perchè non vorrei che le mie parole venissero fraintese: Tech e UX devono essere al top, ma non bastano per fare veramente la differenza se non integri una valida proposta di prodotto, comunicazione e un servizio al cliente ineccepibile). Ricordo in particolare un aneddoto, una riunione con i ragazzi di YOOX (dove entrai per caso, perchè era mia consuetudine apparire senza preavviso nelle meeting room), capii che doveva essere una figura retail (di cui non sapevo neppure il significato…) a gestire il negozio online: il marketing non sapeva perché dei piumini non si vendevano in Germania, mentre chi conosceva il prodotto, subito seppe cogliere che peso, taglie e colore, non avevano le caratteristiche più adatte per quel pubblico. Fui quasi folgorato da quella osservazione… stavamo sbagliando tutto!

 

Da lì, immediatamente iniziai e fare domande a chi lavorava nel mondo del retail per cercare di capire quale fosse il sistema migliore per ripensare la gestione e-commerce e farlo crescere fuori scala, integrando successivamente tutta una serie di elementi che anche YOOX non aveva introdotto (per loro approccio al cliente anche a causa della tecnologia adottata al tempo, cosa ben nota agli addetti ai lavori).

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Agire rapidamente

Assunsi una prima persona proveniente dal #fashion (offline ovviamente perchè non esisteva l’online retail) che aveva già gestito degli showroom e negozi di importanti Brand e con lei cominciai a cercare di capire quale fosse il sistema migliore per creare una nuova divisione aziendale che sarebbe diventare strategica nella gestione delle e-commerce, più della tech e del marketing (non vi dico gli scontri in azienda e quanto fu difficile far capire che cosa facesse questa nuova divisione… giravano frasi del tipo: “ La tech è l’unica divisione che conta … queste non capiscono niente di gestione progetti e di piattaforma, sono delle capre, non vogliamo seriamente farci guidare dalle loro stupide richieste?" o ancora "Ma a che caXXo servono tutte queste donne?”

 

Ecco, “Saper Ascoltare” significa anche capire da che parte sta andando il business ed essere in grado di muoversi di conseguenza in maniera estremamente veloce, magari mettendoci del nuovo e provare a superare i migliori modelli a disposizione, che così diventano improvvisamente vecchi (il famoso mare blu della Blue Ocean Strategy che tanto mi ha ispirato nelle mie scelte….altro tema che tratterò più avanti).

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